
L'ultimo graffio degli Who, tour di saluto all'America in estate

Tappe in Usa e Canada per storica band della Britsh Invasion
Non è ancora il ritiro ufficiale alle scene, ma di sicuro ha il marchio dell'ultimo saluto dai palcoscenici d'oltre oceano. Gli Who, storico gruppo inglese protagonista nei ruggenti anni '60 - sulla scia dei Beatles o dei Rolling Stones - della 'British Invasion', il travolgente sbarco in America delle nuove rock band dell'isola in una stagione irripetibile destinata a diventare leggenda, hanno annunciato per l'estate il loro tour d'addio agi Usa e al Canada. Un tour - intitolato struggentemente 'The Last Song', l'ultima canzone - che li vedrà protagonisti ancora una volta, a partire da agosto, in varie città, da New York, a Toronto, a Seattle, a Las Vegas: quasi 58 anni dopo la loro prima volta, nel 1967. Il primo concerto sarà in Florida, come hanno annunciato - nel giorno in cui il mondo guardava all'elezione del Papa - i due cofondatori superstiti di una band di grandissimo talento e capace in gioventù di superare forse tutte le altre a livello di eccessi: il cantante Roger Daltrey e il chitarrista Pete Townshend, membri di una line-up che in origine comprendeva anche il bassista John Entwistle e l'irrefrenabile batterista Keith Moon (morti nel 2002 e nel 1978). "Sarà un tour emozionante e dolceamaro", hanno fatto sapere i due dioscuri, una sorta di "gran finale" americano dopo sei decenni di carriera. "Il calore del pubblico d'America verso di noi è stato motivo d'ispirazione per me lungo gli anni", ha sottolineato in particolare Daltrey, ricordando come il confronto con la grandezza degli Usa e con "le enormi differenze culturali fra loro e noi" abbia contribuito a segnare un'epoca di "liberazione musicale" sotto le bandiere di un rock in erba "che ci faceva sentire parte di una generazione ribelle". Parole commoventi per i fan americani, commentano i tabloid del Regno Unito; ma anche per quelli britannici: consapevoli che l'età di Daltrey e Townshend (81 e 80 anni, rispettivamente), i guai di salute e le loro episodiche bizze residue difficilmente potranno garantire - come essi stessi lasciano intendere - molte altre esibizioni dal palco pure in patria.
C.Diaz--SFF