
Pronte nuove molecole anti-cancro, uccidono le cellule più forti

Sfruttano il ferro per distruggerle dall'interno,test su animali
Una nuova classe di molecole anti-cancro in grado di uccidere proprio quelle più resistenti ai trattamenti e che spesso danno poi origine alle metastasi: ci riescono sfruttando il ferro, che le cellule tumorali più forti accumulano in grandi quantità, e che può quindi distruggerle dall'interno. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, si deve al gruppo di ricercatori guidato dall'Istituto francese Curie, il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) e l'Istituto nazionale francese per la ricerca sulla salute e la medicina (Inserm). I primi test su animali hanno mostrato una significativa riduzione della crescita tumorale, ed è ora necessario passare a test clinici sull'uomo per capire se queste molecole potranno andare ad integrare le terapie attualmente disponibili. I ricercatori coordinati da Raphaël Rodriguez sono partiti dalle straordinarie proprietà delle cellule tumorali più persistenti: queste, grazie ad una proteina presente in superficie, riescono a immagazzinare grandi quantità di ferro, che le rende più aggressive e capaci di sopravvivere alle cure standard. Ma questo punto di forza può trasformarsi in una debolezza: l'elevata presenza di questo elemento, infatti, rende le cellule più vulnerabili alla cosiddetta ferroptosi, un processo di morte cellulare avviato proprio dal ferro, che provoca l'ossidazione e la degradazione dei grassi che formano le membrane. Questa reazione si propaga poi nella cellula, fino ad ucciderla. Gli autori dello studio hanno quindi messo a punto una nuova classe di piccole molecole che attivano la ferroptosi: queste molecole possiedono un frammento che gli permette di accumularsi nelle cellule e un altro che invece si lega al ferro, rendendolo più reattivo. Fento-1, questo il nome del composto, è stato inoltre disegnato per essere fluorescente, e ciò ha permesso ai ricercatori di osservare il suo comportamento e confermare la sua modalità di azione.
T.Martin--SFF