
Landini,'precarietà è stata vista come politica di crescita'

'Ricchezza di un paese la produce chi lavora'
La precarietà per i giovani "rischia di essere una condizione di vita permanente" e con le leggi degli ultimi 25 anni "è stata vista come una politica di cerscita". Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini a Mezz'ora in più su Rai 3 condotto da Monica Maggioni illustrando i quesiti sul lavoro dei referendum dell'8 e del 9 giugno prossimo. "Sì, noi vogliamo proprio cambiare le leggi e la logica che ha portato queste leggi negli ultimi 25 anni. Noi stiamo cancellando leggi fatte sia da governi che di sè dicevano di essere di centro sinistra sia sia da governi che dicono di sé di essere di destra. Secondo noi, quello che è avvenuto in questi anni è stata un'idea di un paese che cresceva se veniva data libertà al mercato, se i vincoli sociali venivano tolti e si è descritta la flessibilità, la precarietà, come una necessità di sviluppo di crescita". " In realtà non è stato così -dice Landini- e dopo venticinque anni dovremmo trarre un bilancio perché in realtà questa cosa ha ridotto i diritti delle persone, ridotto anche gli investimenti a favorito una logica di competizione non giocata sulla qualità sugli investimenti sulla ricerca, ma su una logica del massimo ribasso". La ricchezza di un paese invece, ribadisce il leader della Cgil è fatta da chi la produce , dal lavoro delle persone. "Sono le persone attraverso la loro intelligenza, la loro capacità che fanno le cose. E quando questa cosa viene negata significa svalorizzare il lavoro e vuol dire spostare la ricchezza da chi la produce per darla da altri che eventualmente la usano in modo da fare speculazioni finanziarie per altre cose". Ladini ha ricordato aver avuto l'opportunità di costruirsi una vita attraverso il lavoro e di non vivere la precarietà. "Io ho potuto farlo perché quelli prima di me avevano ottenuto dei diritti che permettevano a chi lavorava di vivere con dignità, di costruirsi una vita, di potersi realizzare. Oggi per i giovani non è più così perché i livelli di precarietà e di sfruttamento sono tali che la precarietà rischia di essere una condizione di vita permanente".
T.Martin--SFF